martedì 5 febbraio 2013

Lavoro e benessere mentale: meglio disoccupati che insoddisfatti?


Un terzo della giornata si trascorre sul luogo di lavoro, gran parte degli stress vissuti in ufficio si ripercuote sulla vita extra-lavorativa. In questo modo i disagi, le infelicità e le insoddisfazioni vengono ad incidere negativamente sugli equilibri psico-sociali determinando, in alcuni casi anche depressione e stati d’ansia.

Questo è quanto esposto nell’ultimo studio condotto dai ricercatori dell’Australian National University di Canberra e pubblicato sull’Occupational and Enviromental Medicine.

Il dottor Butterworth, autore dello studio, sottolinea che un ambiente di lavoro positivo e stimolante crei anche buoni livelli di salute psicologica sull’individuo. La ricerca che ha confermato tali teorie è stata condotta su un campione di 7 mila australiani sottoposti a un’intervista sugli effetti del lavoro sulla salute mentale.

È stata posta l’attenzione sulla stabilità contrattuale, sulla soddisfazione dello stipendio, sulla pericolosità e su tutti quei dati che possono incidere direttamente sull’equilibrio e il benessere psicologico dell’individuo.

Si è riscontrato che chi possiede un lavoro che non rispecchia le proprie aspirazioni, e a cui non corrisponda un giusto rapporto remunerativo, sia a rischio depressione e ansia nonché sottoposto a gravi cali psicologici.

Possedere un lavoro di qualità incide di 3 punti sulla relativa scala della salute mentale, mentre si perdono 5.6 punti se il lavoro risulta sottopagato e scarsamente gratificante.

Se da un lato la crisi occupazionale, è un grave problema sociale, che tende ad aumentare e ad accentuare i disagi psichici della popolazione, è anche vero che l’individuo disoccupato risulta più sereno ed equilibrato di chi è occupato e insoddisfatto.

Fonte: http://www.yourself.it/lavoro-benessere-mentale-meglio-disoccupati-insoddisfatti/?cp

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